Marine Le Pen e il Nuovo Colbertismo

Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l’ignoranza che possiamo risolverli.

Hari Seldon, Cronache dalla Galassia.

Il peggior nemico dell’organizzazione sociale democratica, l’astensionismo, è scongiuratoquantomeno al primo turno delle elezioni presidenziali. François Hollande ha ottenuto la vittoria in casa, all’andata, con un gol di scarto. Nella cartina in alto quelli rossi sono Hollande, quelli blu Sarkozy. Il Blu intenso a Sud nella regione di Languedoc-Roussillon – i catalani francesi – appartiene a Marine Le Pen, il candidato di estrema destra, Lega Nord (ovvero Sud) di Francia – solo che il Nord in Francia è Sud, così come il blu, in segnaletica stradale, rappresenta le autostrade mentre il verde le strade statali. Se vi siete persi, rileggete. Il Front National, il partito anti-europeista e ultra-nazionalista di Francia ha ottenuto il 17.9% delle preferenze, ovvero 6,4 milioni di voti.

In un dispaccio battuto dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti, il 14 aprile di un anno fa, la Le Pen annuncia che nel caso di vittoria alle presidenziali del Front National la Francia sarebbe uscita dal Patto Atlantico (Nato) e avrebbe fatto della Russia un principale partner commerciale e un alleato in politica estera. Il programma politico del partito si snoda attorno a 3 punti di ‘forza e azione governativa’. Primo, ridurre l’immigrazione legale in territorio francese dalle 200.000 unità odierne a 10.000 in cinque anni. Secondo, la Francia abbandonerà il PAC (politica agricola Comunitaria, cioè europea) a vantaggio della PAF (politica agricola Francese). Terzo, istituirà contratti di cooperazione regionale a discapito di grandi accordi commerciali sovranazionali, istituendo una sorta di rete corporativa per artigianato e industria. In sostanza, Marine Le Pen e il suo partito sostengono una politica estera protezionista e una politica interna autarchica.

Se avete mai bevuto una bibita seduti ad un bar di Rue des terres de borde, a Bordeaux, (un bar qualsiasi in Rue des Terres de Borde), di fronte ad un marinaio corpulento e affascinante, con le unghie sporche e una Gitanes tra le dita, avrete un’immagine metaforica ma fedele del partito di Marine Le Pen. Il Front National è una ‘organizzazione d’azione governativa‘, non di dialettica politica. Per questo motivo non c’è alcuna possibilità che tra due settimane, al ballottaggio, l’elettorato del FN possa convergere all’interno di una coalizione più rappresentata, quale potrebbe essere quella dell’UMP di Sarkozy. Nessuna buffonata leghista, per intenderci. Marine è un’Hemingway francese al femminile, un donna risoluta, le cui idee politiche prendono spunto e sono sospinte da una genuina passione nazionalista.

La presidenza della repubblica è un gioco a due tra il moderato di destra Sarko e il ‘socialista‘ Hollande, ma questo scenario bipartisan – un format tanto politico quanto televisivo nei giochi di potere europei da trent’anni a questa parte – rappresenta l’immobilità istituzionale, quello che un’asimoviana visione della storia rappresenta il passaggio di consegne tra Hari Seldon e Salvor Hardin, necessario e paradossalmente ininfluente.

Il coraggio ‘Lepenista‘ piace ai francesi audaci, recupera voti dai delusi di Mélenchon (sinistra verde) e raccimola consensi dai radicali di destra, non si avventura in proclami propagandistici, non alimenta battibecchi mediatici, e sostiene instancabilmente la Cultura: sarà curioso, per molti, sapere che secondo il programma culturale del Front National questo è quello che viene detto in riferimento alla cultura cinematografica, in particolare: “Seul véritable concurrent du cinéma américain, le cinéma français fera l’objet de mesures d’encouragement particulières, notamment quant à la promotion des films français par le service public audiovisuel. Le système de l’avance sur recette sera préservé, tout en devenant plus transparent et équitable. La cinémathèque française sera restaurée et la (re)diffusion des grandes œuvres du patrimoine cinématographique encouragée“. Sembra banale, è geniale invece.

Marine Le Pen ha un progetto reale ed effettivo per la Francia: non è ‘estrema destra tradizionale‘, non ha raggiunto il 18% delle preferenze – strappandole al populismo industriale di Sarkozy e dell’UMP – per estremismo; il successo elettorale di questo partito non ha connotazioni idealistiche fine a se stesse, non proclama il nazionalismo per raggiungere facili consensi, non disdegna la società multiculturale, non preserva gli interessi della casta.  Propone un progetto sociale con convinzione. Paradossalmente il Front National è il futuro della Francia, è protezionismo commerciale ed investimento sociale, autarchia commerciale e cooperazione internazionale. È il Colbertismo del XXI secolo.

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