Meno Internet, più Cabernet

Anche Gesù, una volta nella sua vita ha pronunciato la frase ‘stasera ho una cena alla quale non posso mancare’.

L’altro pomeriggio stavo veleggiando sulle onde della rete come fossi il capitano Acab in cerca del mio balenottero maledetto, quand’ecco comparirmi agli occhi una  notiziola di quelle succulente. Gela: ottantacinquenne cade dal sagrato della chiesa e muore in seguito alle contusioni riportate. Il giornalista dell’Eco di Sicilia raccontava minuziosamente la grottesca dinamica dell’accaduto sviluppando in seguito un dibatto sulle condizioni drammatiche in cui versano le strutture della Chiesa ai giorni nostri: la vegliarda, a suo avviso, sarebbe stata vittima di una sciagurata gestione e manutenzione dell’edificio ecclesiastico.

Leggendo la notizia mi immaginavo la scena: una povera vecchina, appena dopo aver recitato una quindicina di rosari, si avvia verso l’uscita della chiesa. Sta pensando probabilmente alla sua anima, alleggerita da un’ora di preghiere, ma ancora ricoperta dei peccati di una vita intera.

Un piede avanti all’altro si avvia, sotto il sole tiepido dell’inverno siciliano, senza sapere che il primo gradino della scalinata sarà anche l’ultimo di una lunga vita. Il passo falso è fatale: di colpo si ritrova giovincella con la famiglia nei campi a raccogliere i frutti della terra; in un secondo è sotto le bombe di una guerra lontana e dimenticata; d’un baleno è coinvolta nelle storie sanguinose di una terra malata e omertosa; eccola sconfiggere una grave malattia salutando la morte con un sorriso. Molti dicono che il momento della morte sia infinito. Così probabilmente è stato per la sventurata vecchiola.

Una vita intera a destreggiarsi tra i pericoli e le peripezie di un’esistenza infingarda per raggiungere una vecchiaia meritatamente serena. Senza peccato. Ma un passo falso è un passo falso. La scalinata fatale sarà ripercorsa dalla salma inscatolata verso la pace eterna. In seguito ho ripensato alla faccenda. Mentre camminavo per strada mi sono chiesto cosa sarebbe successo se fossi inciampato sulla banchina della metropolitana, se avessi dimenticato di spegnere il gas, se mi cadesse in testa un aereo o più semplicemente se durante il sonno mi venisse un attacco di asma – ascoltando California Sun dei Ramones, il drammatico diventava grottesco. Ho concluso che sarebbe potuto capitarmi veramente di tutto, ma non avrei mai consegnato i miei ultimi istanti al sagrato di una chiesa per rispetto nei confronti della vecchina. Mi sono anche ripromesso che se dovessi malauguratamente sentirmi morire sulle scalinate di una Chiesa mi sarei trascinato con le ultime forze via da quel posto.

2 pensieri su “Meno Internet, più Cabernet

  1. le prime 3 righe confermano il tuo genio…e ogni volta che ti leggo mi auguro in maniera cinica che quello che scrivi sia completamente frutto della tua testa assurda*

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