Weekend con il Morto – Tonino Guerra

Nell’annunciare la morte di Tonino Guerra, questo mercoledì, molti quotidiani e telegiornali hanno dato particolare risalto alla sua parentesi da testimonial. Due esempi illustri: Mentana ci ha costruito sopra un buon 50% del servizio, mentre il sito del Corriere ha optato per l’involontaria parafrasi (“l’ottimismo è il SAPORE della vita”) di un tormentone che avevo rimosso dopo anni di frustrazione.

E’ una scelta che farà storcere il naso ai cinefili, ma che in effetti non mi sento di criticare più di tanto. In primis, quando nel 2001 vidi per la prima volta lo spot incriminato, non avevo la minima idea di chi fosse quel simpatico omino da osteria (di certo non pensavo avesse scritto Blow Up, che del resto non conoscevo ancora). In secundis, la figura dello sceneggiatore non gode mai di particolare visibilità, mentre gli slogan pubblicitari non passano mai inosservati.

Comunque Antonio “Tonino” Guerra ne ha viste parecchie in vita sua. La sua carriera artistica nacque in modo alquanto inusuale: i tedeschi lo catturarono nella sua Romagna nel ’43, e nel campo di concentramento di Troisdorf passava il tempo intrattenendo i compatrioti con poesie dialettali. Nel ’46 quelle stesse poesie furono pubblicate in un volume dal titolo I Scarabocc, grazie all’interesse di Carlo Bo che ne scrisse anche la prefazione.

Negli anni ’50 il nostro si trasferì a Roma per restarci una trentina d’anni. Al periodo romano risalgono le sue collaborazioni con alcuni dei nostri mostri sacri. Per non fare torto a nessuno di loro procederei in ordine alfabetico:

Un'immagine di Blow Up, film che è piaciuto a tutti tranne me.

Il sodalizio con Antonioni durò dal ’60 (L’Avventura) al 2004 (un episodio di Eros). Sarò franco: io detesto Antonioni, ma per davvero. Tuttavia non mi permetto di discuterne l’importanza, e ammetto di citare spesso Blow Up e Zabriskie Point per fare lo splendido al bar.

Tre film di De Sica vedono alla voce “sceneggiatura” il contributo di Guerra. Si tratta di Matrimonio all’Italiana, Amanti e I Girasoli. Il primo, insieme a Ieri, Oggi, Domani, è forse il miglior risultato ottenuto dalla coppia Mastroianni- Loren (considerando Peccato Che Sia una Canaglia, anche se a malincuore, soltanto un’ottima commedia).

Matrimonio all'Italiana, indimenticabile.

Con Fellini lavorò a Amarcord, E la Nave Va e Ginger e Fred. Con il consueto candore confesso di preferire il primo Fellini, quello de Lo Sceicco Bianco e I Vitelloni. Credo, comunque, che Amarcord abbia la stessa fama internazionale della Gioconda e costituisca un notevole vanto per il nostro bizzarro Paese.

Con Petri scrisse, tra gli altri, La Decima Vittima. Si tratta di uno spassosissimo film sentimental- futuristico (splendide le musiche di Piero Piccioni) nel quale Mastroianni e la Andress si innamorano durante un gioco di ruolo in cui dovrebbero eliminarsi a vicenda. Il finale è ridicolo, ma è tutta colpa di Carlo Ponti– già antipatico per avere sposato Sophia Loren prima che potessimo farlo noi- che impose l’happy ending a tutti i costi.

Guerra lavorò anche con Monicelli, Tornatore e molti altri registi italiani e stranieri. Ciò che non tutti sanno, tuttavia, è che abbiamo a che fare con un vero tuttologo: era pittore, scultore, architetto urbano, designer e, ovviamente, poeta e sceneggiatore. Ha ottenuto lauree ad honorem e cittadinanze onorarie dal Montefeltro alla Russia, ha girato documentari nella ex Jugoslavia e in Finlandia esiste un museo dedicato a lui. Praticamente gli mancano il Nobel per la chimica e una Champions League.

Insomma, quel simpatico vecchino che esorta il fantomatico Gianni a essere ottimista si avvicina parecchio al concetto umanista di uomo microcosmo. La speranza è che da oggi non ci sia più bisogno di ricorrere alla pubblicità di un ipermercato per capire di chi stiamo parlando.

Graziano Biglia

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